
Genitori alle prese con la faticosa educazione alimentare dei vostri bambini, questo scritto è per voi… e nasce da una domanda comune che spesso ricorre tra alcune mamme in difficoltà: come poter “interpretare la fame” nei nostri bambini e capire se la richiesta di più cibo in generale, o di un cibo in particolare, ai pasti o fuori dai pasti, sia un appetito fisiologico, da necessità energetica non soddisfatta, o una fame di natura diversa.
È possibile che talvolta ci sia un bisogno di cibo per placare uno stato d’animo negativo (rabbia, tristezza, ansia o stress) oppure, più semplicemente, che i bambini vogliano rivendicare le loro voglie o preferenze e soddisfarsi mangiando qualcosa “di diverso”, in aggiunta o in alternativa al pasto che viene loro proposto.
In alcuni casi la fame persistente può essere conseguenza di un’ alimentazione ad alto indice glicemico, con o senza il consumo di junk food fuori pasto.
L’importante è innanzitutto conoscere all’ incirca i fabbisogni energetici in età evolutiva per orientarsi nell’impostare l’alimentazione giornaliera dei nostri ragazzi. Questo è il link di un mio articolo dove potete trovare linee guida utili e uno schema con le grammature per porzione nelle varie fasce di età. https://www.google.it/…/linee-guida…/amp/
In particolare occorre ricordare la necessità di consumare ad ogni pasto una porzione di carboidrati, che non devono mai mancare ne’ essere sostituiti da alimenti proteici; inoltre, la colazione e la merenda devono essere nutrienti e sostanziose, specie nei giorni di maggiore dispendio energetico, evitando il consumo di junk food.
Ovviamente le porzioni di cibo che ciascun bambino richiede possono variare rispetto alle indicazioni standard a seconda di vari fattori che comprendono le caratteristiche antropometriche individuali, fattori genetici e ambientali nonché il dispendio energetico quotidiano.
In caso di inappetenza, ad esempio, una volta escluse cause organiche o psicologiche, occorre valutare che questa non sia semplicemente dovuta ad una condizione di sedentarietà, che chiaramente comporta un minore bisogno di energie.