DIETE DIMAGRANTI: VERITA’ SCIENTIFICHE E MITI DA SFATARE

dieta_dimagrante_shu_100396278_1900x600

Una parte del mio lavoro con i pazienti consiste nello sfatare a poco a poco i molti e radicati miti riguardanti le diete dimagranti, nella speranza che si possa intraprendere un percorso di cura fondato su una buona relazione medico-paziente e finalizzato al raggiungimento di obiettivi di salute effettivi, realistici e duraturi. Può risultare difficile per il soggetto accettare alcune realtà che disattendono le proprie aspettative, quando si parla di calo ponderale e modificazione dello stile di vita, tuttavia divulgare la verità scientifica è di fondamentale importanza per tutelare i pazienti contro il business del benessere e contro tutti i rischi di salute (nonché economici) ad esso connessi. Sulla base della mia esperienza clinica con i pazienti, ho riassunto in un decalogo i più frequenti miti da sfatare e le principali verità scientifiche da conoscere prima di intraprendere un percorso dietoterapico.

1. LE DIETE DIMAGRANTI FALLISCONO
La prima grande verità sulle diete dimagranti è che sono tutte destinate a fallire! I vari regimi alimentari particolarmente restrittivi, le diete di riviste e siti internet, nonché quelle all’ultima moda che promettono risultati incredibili in poco tempo, non hanno fondamento scientifico e non portano ad alcun risultato… perlomeno, non a risultati duraturi e benefici per la salute; al contrario, può capitare che ad un rapido e consistente calo ponderale segua inevitabilmente il recupero del peso precedente con gli interessi, e non senza qualche danno a carico dell’organismo. D’altronde, risulta assolutamente impossibile pensare di aderire per più di qualche giorno o settimana ad una dieta di solo minestrone o di sole barrette e tisane… è risaputo, invece, che il vero successo di un modello alimentare consiste nel mantenere il peso raggiunto, e le buone abitudini acquisite, sul lungo termine.

2. LE DIETE DEI MIRACOLI NON ESISTONO
Non esiste alcuna dieta miracolosa contro la cellulite o per l’eliminazione del grasso localizzato, così come non hanno alcuna validità scientifica le richiestissime diete detox o altre diete pubblicizzate con una finalità specifica dalla star del momento o da vari personaggi di cinema e tv: la dieta della felicità, della fertilità, la dieta della bellezza o quella per la longevità, ecc. Il modello alimentare raccomandato dalla comunità scientifica e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è quello della Dieta Mediterranea, che propone un’alimentazione molto varia ed equilibrata e che, senza promettere miracoli, secondo i risultati di diversi studi potrebbe essere associata, se seguita con costanza nel tempo, ad una più lunga aspettativa di vita, ad un aumento della fertilità, ad un miglioramento del tono dell’umore e numerosi benefici per la salute (riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, alcuni tumori).

3. LE SCORCIATOIE PER DIMAGRIRE NON SONO LA STRADA GIUSTA
Non occorre assumere integratori alimentari, tisane o barrette per bruciare i grassi, drenare i liquidi e, quindi, calare di peso di più e più velocemente. Assumere tali prodotti per dimagrire non è necessario, comporta notevoli spese economiche e può essere rischioso per la salute, in particolar modo se si assumono determinati prodotti senza prescrizione medica e per periodi prolungati. Non sempre ciò che è “naturale” è innocuo! Le diete che si basano sulla assunzione dei prodotti dimagranti, in sostituzione o come integrazione agli alimenti, non educano ad una sana e corretta alimentazione e di conseguenza non permettono al soggetto di mantenere il peso raggiunto dopo il calo ponderale, spesso avvenuto troppo rapidamente. Eventuali farmaci o integratori alimentari sono indicati solo in casi di confermate carenze nutrizionali, determinati stati patologici o condizioni di aumentato fabbisogno nutrizionale (gravidanza e allattamento, alcune attività sportive etc).

4. TUTTO E’ TOSSICO, NIENTE E’ TOSSICO
Un altro mito da sfatare riguardante l’alimentazione è che non esistono cibi di per sé dannosi per la salute. “Tutto è tossico, nulla è tossico, dipende dalla dose”. Le diete di eliminazione di uno o più alimenti, per l’errata convinzione che facciano male, o che facciano ingrassare, non sono la strada giusta per ottenere un calo ponderale e possono portare a importanti carenze nutrizionali. Non è assolutamente vero, ad esempio, che la pasta e il pane facciano ingrassare, né che non si possano assumere oltre una certa ora della giornata; l’olio e i grassi, inoltre, benché particolarmente calorici, non sono affatto dannosi di per sé, né per la salute dell’organismo né per il controllo del peso. Le proteine animali, se assunte in quantità adeguate, sono una fonte importante di nutrienti essenziali. La frutta contiene zuccheri ma non per questo è da evitare, inoltre non è affatto vero che non si possa consumare dopo i pasti! Questi ed altri miti da sfatare sulle proprietà degli alimenti e sul loro ruolo funzionale possono determinare alcuni comportamenti alimentari errati che, se protratti nel tempo, spesso vanificano gli sforzi stessi che il soggetto compie al fine di controllare il peso corporeo. Da qui la famosa frase che molti pazienti riportano: “mi sembra di mangiare poco, eppure non dimagrisco…”

5. I TEST DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI NON HANNO VALIDITA’ SCIENTIFICA
Le uniche vere intolleranze alimentari sono quelle al glutine e al lattosio, entrambe diagnosticabili attraverso esami ematochimici e strumentali prescrivibili dal Medico di Medicina Generale. Tutti gli altri test, non mutuabili, per verificare presunte intolleranze ad altri allergeni alimentari non sono supportati da studi scientifici che ne confermino l’attendibilità. Dall’esito di questi test emerge quasi sempre una positività a svariati alimenti e tale risultato comporta per il soggetto l’adesione ad una dieta di eliminazioni: se da un lato questo fatto esita, inevitabilmente, in un calo ponderale, dall’altro non possono essere esclusi rischi di importanti carenze energetiche e nutrizionali. In questi casi non si dimagrisce perché “ci si disintossica” dagli alimenti cui si è intolleranti, ma perché si seguono diete incongrue, restrittive e sbilanciate, le stesse che poi determinano nel tempo il famoso effetto yo-yo.

6. NON ESISTE IL PESO IDEALE
Non esiste il peso ideale (o peso estetico), bensì il peso ragionevole (o peso salutare), ossia quello che ciascuno di noi, attraverso una dietoterapia adeguata, è in grado di raggiungere e, soprattutto, mantenere sul lungo termine migliorando stabilmente le proprie condizioni di salute. Il peso ragionevole di ciascun paziente dipende dalla propria storia clinica e ponderale, dalle dietoterapie pregresse e dallo stile di vita pregresso e attuale, dal sesso e dall’età, da eventuali patologie e terapie farmacologiche pregresse e in atto. Non sempre il peso salutare corrisponde all’obiettivo estetico che si desidera raggiungere ed è proprio in questi casi che diventa prioritario essere onesti con i pazienti e divulgare le informazioni veritiere. Imparare ad accettare il proprio peso ragionevole per alcuni pazienti rappresenta un traguardo personale tanto difficile da raggiungere quanto fondamentale per il buon esito della dietoterapia e per il mantenimento futuro di abitudini alimentari sane; spesso, infatti, le motivazioni associate al peso estetico portano i pazienti a desiderare di ottenere “tutto e subito”, ma ragionando allo stesso tempo in termini di “tutto o nulla”, con il rischio, quindi, di scoraggiarsi nei momenti di difficoltà e abbandonare l’adesione alla dieta.

7. PER DIMAGRIRE OCCORRONO OBIETTIVI REALISTICI
Strettamente legato alla definizione del peso ragionevole è il concetto di obiettivo realistico da raggiungere, variabile da paziente a paziente e talvolta non corrispondente alle aspettative. Non di rado i pazienti ritengono di necessitare di un calo ponderale importante (i famosi venti o trenta chili da perdere) per risolvere i propri problemi di salute associati al sovrappeso. Non è sempre così. Diversi studi hanno dimostrato che un calo ponderale di circa il 10% corrisponde ad un obiettivo realistico associato a notevoli benefici. Perdere il 10% del peso corporeo è sufficiente, infatti, per ottenere una significativa riduzione del valore di circonferenza addominale e, quindi, di grasso viscerale, il più rischioso sul lungo termine per l’insorgenza di patologie associate al sovrappeso. Perdere i chili in eccesso a livello del giro vita è un vantaggio anche per alcuni disturbi legati all’ accumulo di grasso addominale: lombalgia, apnee ostruttive del sonno, reflusso gastroesofageo, ecc. Inoltre, basta il calo di peso del 10% per riscontrare una diminuzione notevole, talvolta risolutiva, dei parametri ematochimici precedentemente elevati a causa dell’alimentazione (colesterolemia, trigliceridemia, glicemia, uricemia). Se l’eccesso di peso è tale da necessitare di un calo ponderale superiore, dopo l’ obiettivo del 10% si ritiene opportuno passare ad una fase di mantenimento per almeno 6-9 mesi, proseguendo successivamente con un ulteriore calo ponderale realistico.

8. ALCUNE GIUSTIFICAZIONI NON SONO ATTENDIBILI
Quante volte capita che i pazienti riferiscano di far fatica a dimagrire “perchè hanno il metabolismo lento” oppure “perchè sono di costituzione robusta e hanno le ossa grosse”! Non è propriamente così. Il nostro metabolismo e il nostro peso corporeo dipendono essenzialmente da due parametri: l’introito calorico con l’alimentazione e il dispendio energetico determinato da movimento e attività fisica. Si tratta di due parametri modificabili attraverso un adeguato regime alimentare e uno stile di vita attivo. Anche i pazienti che ritengono di essere robusti a causa delle ossa grosse riportano ingenuamente una giustificazione non attendibile: il peso delle ossa corrisponde a solo il 20% del peso corporeo totale e pertanto non incide in modo determinante sulla costituzione del soggetto, al contrario delle percentuali di massa grassa e muscolare.

9. SONO NECESSARIE MOTIVAZIONI FORTI PER CAMBIAMENTI DURATURI
Lo stile di vita moderno, frenetico ma sedentario, oltre ad essere spesso una concausa del sovrappeso, può costituire un ostacolo al dimagrimento. Tuttavia, contrastare le difficoltà a cambiare le abitudini quotidiane è necessario per raggiungere risultati duraturi ed è assolutamente possibile, basta volerlo. Capita spesso che i pazienti desiderino ottenere un calo ponderale, ma senza essere disposti a modificare alcune abitudini. La ragione principale di questa resistenza sembrerebbe, quasi sempre, la mancanza di tempo: tempo per fare colazione la mattina, per fare attività fisica, muoversi di più, dormire di più… alcuni pazienti riferiscono di non avere abbastanza tempo per fare una spesa adeguata o per cucinare e, non di rado, specie sul posto di lavoro, manca persino il tempo per mangiare! Per tutte queste difficoltà oggettive, compresa la complicazione dei pasti fuori casa e delle occasioni conviviali, esistono molte soluzioni possibili, ma occorrono forti motivazioni e strategie pratiche da mettere in atto gradualmente, con costanza, pazienza e fiducia.

10. DIMAGRIRE SENZA UN PERCORSO DI AIUTO GUIDATO E’ UN RISCHIO
Oltre all’azzardo delle diete fai da te, esiste anche quello dei pazienti che richiedono al medico una consulenza nutrizionale per dimagrire, ma una volta iniziata l’adesione al piano alimentare decidono di non tornare alle visite di controllo successive. Questa scelta può rivelarsi rischiosa e spesso comportare il fallimento della dieta; al contrario, è fondamentale essere monitorati regolarmente, in particolare nei casi di obesità, patologie specifiche, fame nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata. Un percorso di cura guidato permette di monitorare periodicamente l’adesione alla dieta, le condizioni di salute e lo stato nutrizionale, l’andamento del calo ponderale e i suoi effetti sulla composizione corporea. In occasione delle visite di controllo possono essere individuate alcune difficoltà cui far fronte e si possono acquisire di volta in volta informazioni utili e strategie pratiche per conoscere i principi di una sana alimentazione e applicarli alla vita di tutti i giorni. Infine, occorre sempre tenere presente che è la relazione medico – paziente di per sé a svolgere un ruolo centrale in un percorso di cura, in particolar modo quando questo investe lo stile di vita, le abitudini alimentari e la sfera emotiva del paziente.