EMICRANIA E ALIMENTAZIONE

emicrania e cibo

L’emicrania è una patologia cronica ereditaria, molto comune e disabilitante, che colpisce prevalentemente la popolazione femminile e che è caratterizzata dall’insorgenza di attacchi di cefalea pulsante, a livello di uno o entrambi gli emisferi cerebrali, associata spesso a fotofobia, fonofobia, osmofobia, nausea e vomito.

La frequenza degli attacchi di emicrania è variabile per ciascun paziente e nei diversi periodi della vita e i fattori scatenanti che possono determinare la crisi acuta sono molteplici: il ciclo mestruale nella donna, i ritmi di vita irregolari, il sonno notturno non riposante, lo stress (oppure il relax dopo lo stress), determinati cibi e la frequenza elevata del loro consumo, i cambiamenti ambientali e quelli climatici. Lo stile di vita e le abitudini alimentari possono svolgere, quindi, un ruolo importante nel favorire o contrastare l’elevata frequenza degli attacchi di emicrania in chi è affetto da questa patologia.

Dai dati presenti in letteratura scientifica è confermato che esiste una relazione forte tra emicrania e sovrappeso: sia nella popolazione di adulti che in quella pediatrica, la prevalenza, la frequenza e la gravità dell’emicrania sembrano aumentare in relazione all’ indice di massa corporea. Circa tre milioni di pazienti emicranici italiani sono sovrappeso o obesi e l’emicrania colpisce il 10% della popolazione generale e il 30% dei soggetti obesi. E’ stato dimostrato che i pazienti con emicrania presentano una maggiore insulinoresistenza, la quale condizione predispone a sindrome metabolica, diabete preclinico e obesità. Dunque, l’aumento di peso può determinare un peggioramento della frequenza e della gravità del disturbo, mentre la stessa emicrania può favorire l’obesità. Da queste evidenze si evince l’importanza di intervenire sui pazienti emicranici con una adeguata modificazione dello stile di vita e delle abitudini alimentari al fine di controllare il peso corporeo e prevenire i rischi di salute cui possono essere predisposti.

E’ confermato che uno stato di lieve disidratazione cronica, il digiuno prolungato e l’ipoglicemia costituiscono fattori scatenanti per gli attacchi acuti di emicrania; pertanto, per i pazienti affetti dalla malattia è di fondamentale importanza una adeguata idratazione quotidiana e l’adesione ad una dieta ad elevato apporto di fibre e a basso indice glicemico, con il consumo di una quota corretta di carboidrati complessi ad orari regolari nell’arco della giornata.

La manifestazione clinica dell’emicrania è significativamente influenzata dalla compresenza di malattie e disturbi gastrointestinali e da una condizione di infiammazione sistemica del paziente, determinata dalla dieta o da specifiche allergie o intolleranze alimentari (al lattosio o al glutine).

Fino al 60% dei pazienti affetti dalla malattia dichiarano una relazione causa -effetto tra il consumo di determinati alimenti e un attacco di emicrania. I cibi “trigger” maggiormente implicati sono il cioccolato, i formaggi stagionati, altri cibi ricchi di istamina (pomodoro, frutta secca, ecc), il caffè o l’astinenza da caffè, l’alcool (specie il vino rosso e la birra), il dolcificante aspartame e alcuni additivi alimentari, contenuti in diversi cibi industriali, quali il glutammato monosodico, i nitrati e i nitriti. Dal punto di vista scientifico restano ancora da chiarire con precisione i meccanismi biologici implicati nello sviluppo degli attacchi di emicrania associati al cibo, pertanto il ruolo di eventuali diete di eliminazione nella gestione profilattica del disturbo è ancora controverso. Ragionevolmente risulta opportuno elaborare un piano alimentare specifico per ciascun paziente, facendo riferimento alla sua anamnesi e valutando il diario alimentare e della cefalea.

Al di là della scelta di impostare o meno eventuali diete di eliminazione, nei pazienti affetti da emicrania è opportuno curare l’alimentazione sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, raccomandando una dieta varia e pasti adeguati da consumare ad orari regolari nell’arco della giornata. Esistono, infatti, diverse prove scientifiche a supporto delle diete “complete” come terapia profilattica della malattia; tali regimi alimentari non richiedono l’esclusione di uno o più cibi ma regolano in modo preciso le quantità di ciascun nutriente, apportando adeguati fabbisogni di vitamine, proteine, carboidrati e grassi. In particolar modo, è stato dimostrato che una dieta a basso contenuto di grassi saturi e ad alto contenuto di acidi grassi omega tre correla con un miglioramento della frequenza dell’emicrania.

Tra le supplementazioni alimentari nella terapia profilattica dell’emicrania trovano riscontro scientifico gli integratori a base di acido folico, acido alfa lipoico, coenzima Q10, riboflavina e magnesio; in particolare, quest’ultimo ha dimostrato efficacia nella riduzione del disturbo in età pediatrica e dell’emicrania associata al ciclo mestruale.