FERTILITA’ E ALIMENTAZIONE

dieta e fertilità

I disturbi della fertilità e la conseguente incapacità di riprodursi costituiscono un problema di salute pubblica sempre più comune nella società contemporanea. La crescente scala di questo fenomeno ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a riconoscere l’infertilità come una malattia sociale, che colpisce circa il 13-17% delle coppie in età riproduttiva.

Studi recenti hanno dimostrato che l’alimentazione, il controllo del peso e uno stile di vita attivo possono influenzare la salute riproduttiva sia dell’uomo che della donna, riducendo il rischio di disturbi della fertilità o aumentando l’efficacia dei trattamenti contro l’infertilità.

Dai risultati di un recente studio condotto su più di 17000 donne è emerso che la maggior parte dei casi di infertilità dovuta a disturbi ovulatori nella donna possono essere prevenibili attraverso modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari. In particolare, è raccomandato il controllo del peso alle donne che cercano una gravidanza e che hanno difficoltà riproduttive; esiste, infatti, una relazione dimostrata tra infertilità e stati di sottopeso, sovrappeso e obesità nella donna. Gli effetti dell’obesità sull’attività ovulatoria sono, peraltro, reversibili e l’adesione ad una dieta sana e bilanciata, con il miglioramento della composizione corporea, può migliorare la funzionalità ovarica e le capacità riproduttive.

Per quanto riguarda la modificazione dello stile di vita, abitudini quali il fumo e il consumo di alcool hanno un chiaro impatto sulla fertilità e di conseguenza andrebbero abbandonate. Inoltre, condizioni di ansia e stress, nonché altri aspetti psicologici riguardanti il singolo o la coppia non andrebbero ignorati ma presi in considerazione attraverso eventuale psicoterapia o tecniche di rilassamento. E’ stato confermato che un moderato livello di attività fisica favorisce la fertilità femminile se associato al controllo del peso corporeo o alla correzione di eventuale obesità; tuttavia, un dispendio energetico eccessivo associato ad attività fisica intensa può comportare amenorrea e infertilità, specie nei casi in cui la spesa energetica non venga adeguatamente bilanciata da un corretto introito calorico attraverso l’alimentazione. Situazioni di questo tipo possono verificarsi nei casi di atlete d’alto livello o donne che praticano sport con elevata frequenza e intensità, nonché nei casi di disturbi del comportamento alimentare.

Per quanto riguarda l’alimentazione, esistono dati scientifici contrastanti sulla possibile esistenza di una dieta ottimale per la fertilità. In ogni caso, correla con un aumento della fertilità femminile un’alimentazione varia e controllata, a basso indice glicemico e ad alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (olio extravergine di oliva, frutta secca), frutta, verdura e latticini. Sono, invece, da evitare i grassi trans idrogenati e da ridurre i grassi saturi delle proteine animali, cui è meglio prediligere il consumo di carboidrati complessi a basso indice glicemico e proteine vegetali (legumi, cereali integrali). In fase di concepimento è raccomandata l’assunzione di acido folico come integratore alimentare; inoltre, esistono delle prove a supporto dell’ integrazione di ferro e multivitaminici per ridurre il rischio di infertilità ovulatoria.

Anche la fertilità maschile può giovare di un miglioramento dello stile di vita e delle abitudini alimentari. È stata dimostrata, infatti, una relazione evidente tra obesità maschile, sedentarietà e disturbi della fertilità e disfunzione erettile nell’uomo. La qualità dello sperma dipende in buona parte dal tipo di alimentazione dell’uomo e migliora considerevolmente attraverso una dieta a basso contenuto di grassi e proteine animali e ad alto contenuto di carboidrati complessi, frutta, verdure e fibre. In particolare, svolgono un ruolo determinante nel favorire la fertilità maschile le sostanze antiossidanti (vitamina E, C, selenio, coenzima Q10) assunte attraverso gli alimenti o sotto forma di integratori alimentari.