LE DONNE E L’INGANNO DELLE DIETE DIMAGRANTI

DONNAAA

Nel cuore e nella testa di molte pazienti donne che arrivano nel mio studio e che richiedono una dietoterapia vive ancora una acerba e insicura adolescente, insoddisfatta del proprio corpo, che non ne accetta le imperfezioni e i cambiamenti, che mira a modelli estetici irraggiungibili e che da tempo, ormai, ogni anno, fa i conti con la prova costume, la cellulite, le smagliature, le diete dimagranti in vista dell’estate, l’effetto yo yo che ne consegue… tutto questo raramente si traduce in un disturbo del comportamento alimentare, ma può talvolta esserne una variante “sottosoglia” o comunque rappresentare una “croce” che ha origine proprio nell’adolescenza e che riguarda molte donne, accompagnandole nel corso della vita adulta e comportando, talvolta, conseguenze dannose sia sul piano psicologico che su quello fisico: alimentazione irregolare, restrittiva ai pasti e disordinata fuori pasto, possibile insorgenza di disturbi gastrici e intestinali, “dieta cronica” con rallentamento del metabolismo sul lungo temine, difficoltà successiva a calare di peso e, in alcuni casi, insorgenza di sovrappeso, obesità e patologie correlate… ad alimentare questo circolo vizioso, traendone vantaggio, è lo stesso marketing del benessere, delle diete alla moda, dei prodotti dimagranti, dei trattamenti estetici… Quanto è fondamentale l’educazione alimentare nell’adolescenza per prevenire tali rischi! Quanto è opportuno divulgare informazioni scientifiche veritiere sulla salute e sulla nutrizione, sulla fisiologia e sui meccanismi ormonali che regolano il nostro corpo e determinano il nostro peso e la nostra composizione corporea ! Quanto è necessario far conoscere la differenza tra il peso estetico e il peso salutare, tra il peso ragionevole soggetto a variabilità individuale e il peso ideale, imposto dalla moda e di fatto… inesistente ! Quanto è importante che le mamme in primis possano disinnescare in loro certi comportamenti al fine di trasferire l’esempio dell’ autostima, dell’ accettazione e del valore di se’! Quanto potrebbe essere di aiuto, in molti casi, un sostegno psicologico alle adolescenti e a tutte le donne in crisi o che affrontano una dietoterapia e quanto potrebbe essere efficace un orientamento culturale diverso che rivoluzioni gli ideali di bellezza femminile !

Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.
(Poesia attribuita a Ernest Hemingway)

SEGNI PREMONITORI DA INDIVIDUARE PER LA PREVENZIONE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE NEGLI ADOLESCENTI

anoressia

 

L’età adolescenziale è quella maggiormente rischiosa per l’insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare, in particolar modo anoressia e bulimia e in particolar modo nel sesso femminile. Tali disturbi hanno ormai un esordio sempre più precoce e molto spesso insidioso, con la tendenza comune da parte della famiglia, ma anche dei sanitari (pediatra o medico di famiglia), a sottovalutare alcuni segni premonitori e alcuni sintomi iniziali e pertanto sotto diagnosticare e sotto trattare la malattia. Il rischio da parte dei genitori è anche quello di negare inconsapevolmente il problema e arrivare a richiedere una consulenza medica quando la malattia è già in stato avanzato e ha già comportato complicanze spesso gravi per la salute e la per sopravvivenza. In questi casi diventa assolutamente molto più difficile, lungo e doloroso l’iter terapeutico. Occorre invece prevenire l’insorgenza di tali disturbi e prestare costantemente attenzione, fin dalla fine dell’infanzia (9-10 anni circa) e nei primi anni dell’adolescenza, alla presenza dei loro segnali premonitori, che dovrebbero da subito mettere i genitori in allarme. Tra i principali e più frequenti segni precoci dei disturbi del comportamento alimentare possiamo annoverare e riconoscere i seguenti:
la tendenza dell’adolescente a voler evitare situazioni conviviali e pasti in presenza di amici e parenti (cene, feste, uscite);
la percezione soggettiva di una immagine corporea distorta e negativa (vedersi “grassa” laddove ciò non corrisponde alla realtà);
un eccessivo perfezionismo e un eccessivo impegno scolastico;
il controllo frequente e ossessivo del peso corporeo e la paura di ingrassare;
il controllo frequente e ossessivo delle etichette dei prodotti da acquistare al supermercato e il controllo delle calorie, nonché l’abitudine a pesare gli alimenti;
la tendenza a far dipendere il proprio valore personale e la propria autostima dal peso corporeo o dal (poco) cibo che si assume (sentirsi bene e felice se si riesce a mantenere il controllo sui propri consumi alimentari);
un’eccessiva attività fisica praticata in modo ossessivo (volontà di iscriversi in palestra, uso eccessivo di cyclet o tapis roullant, volontà di fare attività fisica specie di tipo aerobico anche al di là del proprio sport, se praticato);
oscillazioni più o meno evidenti del peso corporeo, associate o meno alla volontà di aderire ad una nuova dieta dimagrante alla moda;
tendenza, in generale e in particolare nei confronti del cibo, a ragionare e comportarsi in termini di “tutto o nulla” (giornate di alimentazione eccessiva e irregolare alternate a giornate di restrizione dietetica spinta);
eliminazione di alcuni cibi in particolare e quindi adesione a diete selettive, in presenza di disturbi riferiti, in particolar modo gastrointestinali (distensione addominale, reflusso gastroesofageo, nausea, vomito, stipsi), o per convinzioni particolari o ragioni “etiche” e di salute;
tendenza a piluccare piccole quantità di cibo durante l’arco della giornata e fuori pasto oppure presenza di abbuffate vere e proprie, di tipo oggettivo (consumo effettivo di eccessive quantità di cibo in poco tempo) oppure soggettivo (sensazione di avere mangiato troppo rispetto al reale consumo), con senso di colpa successivo;
intenzione di intraprendere l’adesione a regimi dietetici “estremi” (il veganesimo o il crudismo ed altri simili modelli alimentari possono essere considerate, talvolta, delle forme borderline di disturbo del comportamento alimentare);
in età ancora infantile e in particolar modo nel sesso maschile, osservazione di cambiamenti dei percentili di crescita e rifiuto del cibo da parte del bambino per la volontà di restare piccolo (“non voglio diventare grande”).
Di fronte a tali possibili segni premonitori, i genitori non devono avere il timore di considerare il problema come tale e non devono “vergognarsene”, bensì prestare attenzione a ogni minimo cambiamento, controllando le abitudini e lo stile di vita dell’adolescente. Fondamentale anche verificare l’accesso ad internet e i siti o le pagine social che vengono consultate e la eventuale condizione di isolamento ed auto – esclusione dalle attività sociali con i coetanei. Laddove sussistano sospetti più o meno importanti di un disturbo del comportamento alimentare in fase iniziale, occorre sicuramente cercare un dialogo costruttivo e chiedere tempestivamente un confronto e/o una visita presso il medico curante.